Compositore, Pianista, Organista e Violinista Austriaco
(Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791)
Tre cose sono necessarie per un esecutore: l'intelligenza, il cuore, le dita.
Non so scrivere in modo poetico: non sono un poeta. Non so distribuire le frasi con tanta arte da far loro gettare ombra e luce: non sono un pittore. Non so neppure esprimere i miei sentimenti e i miei pensieri con i gesti e con la pantomima: non sono un ballerino. Ma posso farlo con i suoni: sono un musicista.
Ogni nazione ha la sua opera: perché noi tedeschi non dovremmo averla? Non si può forse cantare in tedesco come in francese e in inglese?
Ci sono gli invidiosi, ma quando viene il momento sono costretti a dire la verità. L'onestà ha l'ultima parola.
Viviamo in questo mondo per imparare e per illuminarci l'un l'altro.
Voi sapete che in quasi tutte le arti sono stati i tedeschi ad eccellere di più. Ma dove hanno trovato la loro fortuna? In Germania, certamente no!
Sono un giovane che può sbagliare, come tutti, ma a mia consolazione posso dire che magari lo facessero tutti così poco come me.
Io sono un compositore e sono nato per fare il maestro di cappella. Non devo e non posso seppellire in questo modo il mio talento di compositore, quel talento di cui il buon Dio mi ha così generosamente dotato.
Ai miei occhi ed alle mie orecchie l'organo è il re di tutti gli strumenti.
Il mio difetto principale è che in apparenza non agisco mai sempre come dovrei.
Quando si tratta di beffarmi di qualcuno, non posso resistere.
La nostra ricchezza muore con noi, poiché l'abbiamo tutta nella nostra testa e nessuno potrà sottrarcela, a meno che non ci taglino la testa e allora…non ci occorre più nulla.
Così vanno le cose a questo mondo, uno ha i soldi e l'altro ha la borsa.
Morte, amica sincera e carissima dell'uomo. La sua immagine non solo non ha per me nulla di terrificante, ma mi appare addirittura molto tranquillizzante e consolante! E ringrazio il mio Dio di avermi concesso la fortuna di procurarmi l'occasione di riconoscere in essa la chiave della nostra vera felicità.
Contro il caso non si può fare nulla e solo Dio può prevedere il futuro.