Economista, Politico Italiano e Decimo Presidente della Repubblica Italiana
(Livorno, 9 dicembre 1920 - Roma, 16 Settembre 2016)
Che cosa è una repubblica se non una libera comunità nella quale il merito degli individui si afferma senza ostacoli e contribuisce al progredire della Patria?
Siamo romani. Siamo italiani. Essere nati e vivere in Italia è un dono: a Roma, è un privilegio.
I nomi del Risorgimento sono vivi, sono dentro di noi, ci appartengono. Ovunque vada, in questo lungo viaggio in Italia, mi rendo conto che gli italiani sono sempre orgogliosi della loro storia.
La mentalità che abbiamo il dovere di combattere all'interno della amministrazione è quella dell'apatia e della scarsa considerazione del proprio lavoro.
A voi giovani ancora un pensiero. So quanto amate l'Ambiente, quanto vi adoperate per salvaguardarlo. Cercate di vivere in armonia con i ritmi della Natura. Fa bene. Ci si sente più forti, si può dare il meglio di noi stessi.
Una società che spende miliardi in armamenti e lascia 5 milioni di bambini morire di fame ogni anno è una società malata di egoismo e indifferenza.
L'approvazione della Costituzione Ue è la condizione necessaria ad assicurare la governabilità all'Europa. La riforma dell'ONU agirà nell'interesse comune solo se affronterà il funzionamento dell'insieme degli organi societari e con largo consenso.
La fame e la malnutrizione stringono in un circolo vizioso popolazioni già vittime di terribili malattie, guerre e conflitti etnici. La nostra coscienza deve ribellarsi di fronte a questo silenzioso massacro.
Il merito deve essere uno dei principi fondanti del comportamento dello Stato, della Pubblica Amministrazione, delle istituzioni di governo, centrali e locali.