Matematico, Fisico, Filosofo e Teologo Francese
(Clermont-Ferrand, 19
giugno 1623 – Parigi, 19 agosto 1662)
Ci sono solo due tipi di uomini, i giusti che si credono
peccatori, e i peccatori che si credono giusti.
L'eterno silenzio di questi spazi infiniti mi atterrisce.
Volete che si pensi bene di voi? Non lodatevi.
Se si vanta, l'abbasso; se si abbassa, lo vanto e sempre
lo contraddico fino a fargli capire che è un mostro incomprensibile.
Non è nello spazio che devo cercare la mia dignità, ma
nell'ordine dei miei pensieri.
Come la moda decide dei gusti, così decide della
giustizia.
Due eccessi da evitare: escludere la ragione, ammettere
solo la ragione.
Se la nostra condizione fosse veramente felice, non ci
sarebbe bisogno di fare di tutto per non pensarci.
Più uno è intelligente, più sono le persone che uno trova
originali: la gente ordinaria non vede differenza tra gli uomini.
I potenti e gli umili conoscono le stesse disgrazie e le
stesse passioni, ma uno è in cima alla ruota e l'altro vicino al centro, e così
gli stessi movimenti lo agitano meno.
Tutte le nostre miserie derivano per lo più dal fatto che
non siamo capaci di restare seduti tranquillamente soli in una stanza.
È così necessaria la follia degli uomini che non essere
folli vorrebbe dire esserlo in un altro modo.
Gli atei devono dire cose perfettamente chiare. Ora, non
è affatto chiaro che l'anima sia materiale.
Così grande è la dolcezza della gloria che, a qualunque
oggetto si riferisca, fosse pure la morte, la desideriamo.
Nell'amore un silenzio vale più di un discorso.
La vanità è a tal punto radicata nel cuore dell'uomo che
un soldato, un attendente, un cuciniere, un vessillifero si vantano e vogliono
degli ammiratori.
L'uomo è evidentemente fatto per pensare. È nel pensiero
che sta la sua grandezza.
Corriamo spensieratamente verso l'abisso, non prima di
aver messo qualcosa tra noi e lui per impedirci di vederlo.
L'eccitamento che un giocatore d'azzardo prova quando fa
una scommessa è pari alla somma che potrebbe vincere moltiplicata per le
probabilità di vincerla.
Contraddizioni. L'uomo è per natura credulo, incredulo,
pauroso, temerario.
Gli uomini, non avendo nessun rimedio contro la morte, la
miseria e l'ignoranza, hanno stabilito, per essere felici, di non pensarci mai.
Ciò che fa grande la grandezza umana è che si riconosce
miserabile; un albero non si riconosce miserabile. Riconoscersi miserabili
significa dunque essere miserabili, ma riconoscersi miserabili significa essere
grandi.
L'inclinazione ad amare se stessi è l'inizio di ogni
disordine in guerra, in politica, in economia, nel corpo.
L'incostanza è causata dalla consapevolezza della falsità
dei piaceri presenti, e dall'ignoranza di quelli assenti.
Bassezza degli uomini che arrivano a sottomettersi alle
bestie, fino ad adorarle.
Né la contraddizione è indice di falsità né la coerenza è
segno di verità.
Se vivere senza cercare ciò che si è rappresenta un
accecamento soprannaturale, è ben terribile vivere male credendo in Dio.
Niente è più conforme alla ragione che questa
sconfessione della ragione stessa.
Le belle azioni nascoste sono le più stimabili.
Per quanto la commedia sia stata bella in ogni sua parte,
l'ultimo atto è insanguinato. Alla fine ci gettano un po' di terra sulla testa
ed eccoci sistemati per sempre.
Se tutti gli uomini sapessero ciò che dicono gli uni
degli altri non vi sarebbero quattro amici nel mondo.
Tra noi e l'inferno o tra noi e il cielo c'è solo la
vita, che è la cosa più fragile del mondo.
La nobiltà è davvero un gran vantaggio se mette in
condizione un uomo di diciotto anni di essere conosciuto e rispettato come un
altro potrebbe esserlo solo a cinquanta. Trent'anni guadagnati senza fatica.
La nostra presunzione è tale che vorremmo essere
conosciuti dal mondo intero e anche da quelli che verranno quando non ci saremo
più. Ma siamo così vani che la stima di cinque o sei persone attorno a noi ci
fa piacere e ci soddisfa.
Le cose umane bisogna capirle per amarle, le cose divine
bisogna amarle per capirle.
Spesso la curiosità non è che vanità; si vuole sapere per
poterne parlare; diversamente non si viaggerebbe certo sul mare per non dirne
mai nulla e per il solo piacere di vedere, senza speranza di riferirne mai a
qualcuno.
Le qualità dell'animo non si possono acquistare con
l'abitudine; si perfezionano solamente.
Due volti somiglianti, nessuno dei quali preso in se
stesso fa ridere, fanno ridere insieme proprio a causa della somiglianza.
Non è già che uno debba in quanto possa, ma può in quanto
deve.