Giornalista e Conduttore Televisivo
(Roma 27 Dicembre
1967)
La verità esiste,
ma non possiamo mai sapere se è quella che stiamo dicendo noi.
Mi preparo molto e
miro a un obiettivo. E in genere riesco a portarlo a casa.
La politica
dovrebbe rappresentare interessi, interpretare ideali, colmare il divario tra
sogno e realtà; non può essere fatta solo sottolineando i vizi del proprio
avversario.
Sono sempre stato
convinto che essere di destra significhi difendere le opportunità di tutti,
mentre essere di sinistra significhi darsi da fare perché tutti abbiano più
opportunità.
Il potere non
si contesta, si conquista.
Il giornalismo di
agenzia è quello forse più vero e divertente, quello dove vivi a contatto
diretto con la fonte e dove scopri la bellezza della Notizia.
La politica in Tv
può essere molto facile anche per i politici, o per i politici che fanno finta
di non essere tali: i politici populisti.
Penso che libertà
e responsabilità debbano sempre andare a braccetto.
Con “Ballarò” ho
imparato che ci sarà sempre una voce che descrive quello che fai in modo
cattivo. Si dice che il video monta la testa. Per me è stato un bagno
di umiltà.
Il
"popolo" per il leader populista è quello che dice sì alle sue idee.
Gli altri sono i nemici del popolo.
Che cosa è il
populismo? In politica è la tendenza di un soggetto a rivolgersi direttamente a
un non meglio identificato “popolo”, da lui considerato portatore di valori
positivi in contrasto a una non meglio identificata “élite”.
Amo gli scenari,
ma non amo né il bianco né il nero: è nel grigio che si trova più verità
possibile.
Accusare i
talk-show di dare una brutta immagine della politica è come prendersela con il
termometro quando si ha la febbre.