Attore, Commediografo e Regista
(Bacoli (NA) - 24 Luglio 1957)
Senza il teatro non ci sarebbe la televisione e nemmeno il cinema.
Se uno spettacolo non va bene sto male, sto proprio male. Io voglio solo che vada tutto bene, che le persone ridano, che si divertano, che escano contente e quando vedono gli amici dicano 'oh, guarda quello è troppo forte!'. Questo è il successo, questo è il teatro.
Non mi vergogno, le cose le faccio proprio per il pubblico. Non sono tra quelli che dicono 'non mi faccio condizionare'.
Ho lavorato con Eduardo, che scriveva delle commedie a volte drammaticissime, e in sala non volava una mosca. Ciò significava che stavano seguendo e lo spettacolo funzionava.
Circa gli episodi di violenza negli stadi, spesso i responsabili sono ragazzi di tredici, quattordici anni... Secondo voi se questi ragazzi avessero in casa una figura paterna forte, un padre autoritario, non autoritario in maniera cieca, ma veramente rispettato, allora non accadrebbe di meno tutto questo? Io credo che andrebbe un po’ rimessa in discussione la figura del padre in questa società.
Una città senza il teatro è una città incivile.
Far ridere e far piangere è una distinzione che non so perché si faccia. Un attore non fa un ruolo "per far ridere", un attore deve fare un ruolo per far capire chi è quella persona, quel personaggio che si sta interpretando, ma lo deve fare seriamente.
Nella commedia c’è non un messaggio ma un allarme, una specie di allarme sociale.
Il livello degli attori in Italia è scadente perché non fanno teatro. Che attori sono gli attori che non vanno negli alberghi freddi, nei piccoli ristoranti di paese... ma che attori sono? È come fare il militare, si deve soffrire non c’è niente da fare. Purtroppo questi vogliono fare gli attori appena sbucano in televisione. Attori, ma che attori sono… attori…buffoni!
La mia rotta da quando ho cominciato è sempre stato il pubblico.
Quando qualche volta uno spettacolo non funziona tendiamo a dire che il pubblico non era buono, ma mica si mettono tutti a dire 'andiamo tutti là e non applaudiamo'. Se sono mille persone e hanno pagato un biglietto, allora vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa, che non abbiamo trasmesso ciò che volevamo. Io do sempre la colpa a me stesso e secondo me non sbaglio.
Anche con un dramma hai modo di capire se stai recitando bene perché in un momento cruciale se in sala invece del silenzio ci sono vari colpi di tosse significa che si stanno scocciando.
Come mi ha insegnato Eduardo in tanti anni, per farci capire al Nord bisogna parlare un napoletano, chiamiamolo piccolo-borghese, cioè parlare in italiano con l’accento napoletano, però lasciando alcune battute napoletane perché piacciono molto.