Politico, Economista, Giornalista e 2° Presidente della Repubblica Italiana
(1874 - 1961)
Nella vita delle nazioni di solito l'errore di non saper cogliere l'attimo fuggente è irreparabile.
Non le lotte e le discussioni dovevano impaurire, ma la concordia ignava e le unanimità dei consensi.
Il solo fondamento della verità è la possibilità di negarla.
Dove sono troppi a comandare, nasce la confusione.
La maggior parte delle parole comunemente adoperate dagli uomini politici sono sopratutto notabili per la mancanza di contenuto.
Comandare è una cosa, altro è ottenere che quella cosa si faccia.
Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli.
La liberta' esiste se esistono uomini liberi; muore se gli uomini hanno l'animo di servi.
Amante del paradosso è colui il quale ricerca e scopre la verità esponendola in modo da irritare l'opinione comune, costringendola a riflettere ed a vergognarsi di se stessa e della supina inconsapevole accettazione di errori volgari.
Conoscere per deliberare.
La libertà economica è la condizione necessaria della libertà politica.
Giustizia non esiste là ove non vi è libertà.
L'azione va incontro all'insuccesso anche perché non di rado le conoscenze radunate con fervore di zelo non erano guidate da un filo conduttore. Non conosce chi cerca, bensì colui che sa cercare.
Le formule mutano e passano. La dottrina di una verità la quale, scoperta, deve essere riconosciuta ed ubbidita, rimane.
Non il voto dei cittadini, ma il riconoscimento degli dèi afferma la volontà generale.
Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.