Pedagogista e Filosofo Statunitense
(1859 - 1952)
L'educazione non serve solo a preparare alla vita, ma è vita stessa.
L'uomo non è logico e la storia del suo intelletto è tutta una serie di riserve mentali e di compromessi. Egli si attacca a ciò che può delle sue vecchie convinzioni, anche se è costretto ad abbandonarne la base logica.
Una società consiste di un certo numero di individui tenuti insieme dal fatto di lavorare in una stessa direzione in uno spirito comune, e di perseguire mire comuni.
Ci vuole più umiltà nei nostri momenti di successo che non in quelli di sconfitta.
Quando natura e società vivranno nell'aula scolastica, quando le forme e gli strumenti didattici saranno subordinati alla sostanza dell'esperienza, allora sarà possibile operare questa identificazione, e la cultura diventerà la parola d'ordine della democrazia.
Finché l'arte sarà il salone di bellezza della civiltà, né l'arte né la civiltà saranno al sicuro.
Naturalmente associamo la democrazia con la libertà di azione, ma senza una libera capacità di pensiero alle spalle si arriva solo al caos.
Ogni passo avanti nella scienza è partito da un nuovo spunto dell'immaginazione.
L'unità di tutte le scienze è trovata nella geografia. Il significato della geografia è che essa presenta la terra come la sede duratura delle occupazioni dell'uomo.
I concetti scientifici, come ogni altro strumento, sono fabbricati dall'uomo espressamente nel tentativo di giungere alla realizzazione di un determinato scopo, quello cioè della massima convertibilità di ogni oggetto di pensiero in qualsiasi altro. Ma tali modi di pensiero non sono dei rivali o dei sostituti degli oggetti percepiti e goduti più di quanto non lo fosse, nei riguardi della stoffa, il telaio elettrico che è certo uno strumento di maggior efficacia del telaio a mano.
La storia non deve essere presentata come un'accumulazione di risultati conseguiti o come una mera esposizione di avvenimenti, ma come una poderosa realtà in azione.
L’educazione è la continua riorganizzazione o ricostruzione dell’esperienza.
La consapevolezza della finalità sociale della storia frena la tendenza a ridurre la storia a mito, novella o pura letteratura.
Noi siamo proclivi a considerare la scuola da un punto di vista individuale, come alcunché che si limita ai rapporti fra maestro e alunno, fra insegnante e genitore. Quel che ci interessa al massimo è naturalmente il progresso fatto da quel determinato fanciullo di nostra conoscenza, il suo sviluppo fisico, il suo profitto nell'abilità di leggere, di scrivere, di ritrarre, l'accrescimento delle sue conoscenze geografiche e storiche, il miglioramento nel suo modo di comportarsi, nelle abitudini di prontezza, di ordine, di diligenza.
Tutto quel che la società ha compiuto per se stessa è posto, mediante l'istruzione, a disposizione dei suoi membri futuri.
Non c'è motivo sociale evidente nell'acquisto di puro sapere, non c'è chiaro beneficio sociale nel procurarselo.
Il mondo all'infuori della sua relazione con l'attività umana non è mondo.
La terra è la sorgente ultima di qualsiasi alimento dell'uomo.
I nostri musei e le nostre gallerie d'arte d'oggi, in cui sono relegate e depositate opere d'arte bella, rendono evidenti alcune cause che hanno fatto sì che l'arte venisse segregata.
Vi è alcunché di ridicolo e sconcertante insieme nel modo in cui gli uomini si sono fatti influenzare al punto da ritenere che il modo di pensare della scienza colga l'intima realtà delle cose, e nel fatto che essi definiscono falsi gli altri modi di pensare le cose, di percepirle e di goderle.