Scrittrice, Poestessa e Traduttrice Italiana
(Roma 1912 - Roma 1985)
L'amore delle femmine è un malaugurio, le femmine non sanno amare.
È un inferno essere amati da chi non ama né la felicità, né la vita, né se stesso, ma soltanto te.
Il sacrificio è la sola, vera perversione umana.
Chi fugge per amore non può trovar quiete nella solitudine.
La fortuna non può impicciarsi con la miseria, così va la legge di natura!
E così in eterno ogni perla del mare ricopia la prima perla, e ogni rosa ricopia la prima rosa.
Nessun affetto nella vita uguaglia quello della madre.
Solo chi ama conosce. Povero chi non ama!
Il lavoro non è per gli uomini, è per i ciucciarielli. Anche una fatica, magari, può dar gusto qualche volta, purché non sia un lavoro. Una fatica oziosa può riuscire utile e simpatica, ma il lavoro, invece, è una cosa inutile, e mortifica la fantasia.
Una speranza, a volte, indebolisce le coscienze, come un vizio.
Una delle possibili definizioni giuste di scrittore, per me sarebbe addirittura la seguente: un uomo a cui sta a cuore tutto quanto accade, fuorché la letteratura.
L'intenzione delle femmine è di degradare la vita. È questo, che ha voluto dire la leggenda degli Ebrei, raccontando la cacciata dal Paradiso terrestre per volontà di una femmina.
Vivere senza nessun mestiere è la miglior cosa: magari accontentarsi di mangiare pane solo, purché non sia guadagnato.
È meglio non viziare troppo il prossimo e mandarlo ogni tanto all'inferno, altrimenti, sarebbe la fine! la nostra vita andrebbe avanti pesantemente, come un barcone carico di zavorra, e ci porterebbe a fondo a morire asfissiati.
L'amore vero è così: non ha nessuno scopo e nessuna ragione, e non si sottomette a nessun potere fuorché alla grazia umana.
La Storia, si capisce, è tutta un'oscenità fino dal principio.
A uno non basta la contentezza di essere un valoroso, se tutti quanti gli altri non sono uguali a lui, e non si può fare amicizia.
Si sa che la fabbrica dei sogni spesso interra le sue fondamenta fra i tritumi della veglia o del passato.