Giornalista e Conduttore Televisivo
(15 Gennaio 1955)
Raccomandarsi a qualcuno vuol dire cedergli
parte della nostra libertà.
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Quando parti vuoi spaccare il mondo. Poi
succede che ti consolidi e diventi istituzione.
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Il successo non permette una logica senza
contrasti.
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Per le buone idee non ci vogliono tanti
soldi ma il coraggio.
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Oriana Fallaci ha sempre avuto un carattere
forte e difficile, spigoloso, e non ha mai cercato di arruffianarsi il pubblico
o i potenti che intervistava, o i giornalisti, o i critici che dovevano parlare
di lei, anzi.
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La malattia della tv italiana è non
sperimentare.
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Nel mondo dell'informazione nessuno può avallare la presenza
di qualcuno che dice "tu scompari". Ma, nonostante l'attacco di Berlusconi, Biagi e Santoro ora
sono in Rai e se qualcuno volesse toglierli dopo quell'attacco sarebbe più
difficile.
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Adesso che non sono più concorrente di Bruno Vespa posso confermare che è solo un uomo pieno di boria, capace di
falsificare i dati per non scendere da quel piedistallo privilegiato sul
quale si trova.
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Biagi è uno dei giornalisti più potenti d'Italia.
Per Sergio Zavoli, nonostante fosse stato marginalizzato, tutta questa levata
di scudi non c'è mai stata.
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A volte si chiede la testa di qualcuno per
non ottenerla. E' uno "sfogatoio", un modo per marcare il territorio.
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Nella RAI c'è di tutto: mantenute, raccomandati, epurati,
miracolati. È come l'annuario del Censis: ci si possono leggere tutti i
fenomeni sociali. Alcuni da baraccone.
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A Mediaset, ho fatto nascere dal niente un
telegiornale, l’ho diretto per tredici anni, l’ho portato a essere il primo del
Paese, ho creato una trasmissione, Matrix, che dopo tre anni e mezzo era il più
seguito programma informativo in seconda serata. È giusto che tutto questo
abbia un finale chiaro.
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Io mi sono dimesso da direttore editoriale,
dopodiché loro mi hanno licenziato da conduttore di Matrix. Mi ha sorpreso la
determinazione a troncare un rapporto che durava da diciassette anni, senza
dialettica e senza neppure il coraggio di dirmelo in faccia.
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In questi mesi Confalonieri non si è mai
ricordato di un fatto che lo qualifica, nella mia vita, in modo diverso
rispetto a un qualunque altro dirigente Mediaset: è stato uno dei miei
testimoni di nozze.
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La nostra cena si è conclusa da poche ore.
Le dico francamente che è stato un errore invitarmi. Mi sono sentito davvero
fuori posto. C'era tutta la prima linea dell'informazione, ma non ho sentito
parlare di giornalismo neanche per un minuto. Sembrava una cena di
Thanksgiving... Un giorno del ringraziamento elettorale. Tutti attorno a me
avevano votato allo stesso modo, e ognuno sapeva che anche gli altri lo avevano
fatto.
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Non mi sento più di casa in un gruppo che
sembra un comitato elettorale, dove tutti ormai la pensano allo stesso modo, e
del resto sono stati messi al loro posto proprio per questo.
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E' evidente che quando la tua parte politica
governa, meno informazione c'è e meglio è, meno fastidi ci sono meglio è, meno
voci ci sono e meglio è.
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Niente è per sempre ma è stato bellissimo
avere un rapporto diretto con i telespettatori.
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Credo di aver imparato una certa sintassi della comunicazione, per cui se un
avvenimento è poco importante si danno due righe, se lo è abbastanza si fa un
servizio filmato, se è importantissimo si fa un collegamento.
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Sto dicendo che, da ottimo lottizzato, cercai di essere solo
ottimo. La lottizzazione negli anni ‘80 in Rai era selvaggia. I
direttori del Tg1 si decidevano solo dopo il congresso della DC; il Tg2 era
l'Avanti; il Tg3 era l'Unità.
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