Calciatore Italiano
(24 Luglio 1983)
Ho solo un unico rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera.
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Prima di tirare in porta immagina di dover spaccare delle catene.
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Prima di tirare in porta immagina di dover spaccare delle catene.
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Chi sta in campo non sente i fischi. E' normale che un
campione affermato abbia sempre i fari puntati contro.
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Come non penso alla Nazionale quando sono a Roma, non penso
alla Roma quando sono in Nazionale. O meglio: non è giusto preoccuparsi che i
giocatori della Roma si affatichino in vista della prossima gara in campionato.
Non sarebbe giusto, Non è un pensiero da professionista.
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Vi posso promettere che se e quando deciderò di andare via,
verrò qui e ve lo dirò. Non mi sono mai nascosto: quando c'è stato da parlare
di soldi ho detto senza problemi che il rinnovo non era stato ancora firmato
perché ne volevo di più. E così vi dico che non ho mai chiesto di andare via:
se domani deciderò di andarmene, perché voglio vincere qualcosa, o perché
voglio prendere venti euro in più, verrò qua e ve lo dirò. Non mi dà fastidio
non essere considerato incedibile, considerando che nel calcio di oggi sono
stati ceduti
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Davanti alla difesa, ad esempio, riesci a metterti
maggiormente in mostra perché hai la possibilità di giocare più palloni; se
giochi più avanzato, invece, hai la possibilità di fare gol. Ogni posizione ha
i suoi lati positivi.
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Io mi diverto a giocare, il ruolo è importante ma fino a un
certo punto. Dove mi mettono gioco.
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La continuità è l'ingrediente che fa vincere gli scudetti.
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Sono contrario, non mi piacciono le schedature. In alcuni
casi viste le ultime vicende forse servirebbe anche la tessera del poliziotto.
Non credo che questa possa essere la soluzione del problema: chi va in giro con
un coltello in tasca e lo usa per colpire un'altra persona non sta bene, non è
uno normale, così come non sta bene neanche un poliziotto che prende a calci un
ragazzo che non c'entra nulla.
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La squadra deve puntare a vincere, però parlando di una
eventuale scelta di vita, di un eventuale prolungamento, di una eventuale
chiusura della carriera a Roma, che è poi quello che io spero, voglio dire che
se vinciamo siamo tutti più contenti ma la mia riflessione è che a Roma si
diventa grandi anche senza vincere coppe dei campioni e scudetti.
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Possiamo fare tutto il buonismo del mondo, tanto poi rimane
solo la classifica.
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