(Venezia, 1935)
Forse, la sinistra non ha neppure un reale interesse a
vincere le elezioni perché già soddisfatta del controllo che esercita su alcuni
dei settori chiave della società civile, come la scuola e l'università, la
magistratura, gran parte dei media e dell'editoria, nonché del mondo
intellettuale.
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Berlusconi dice di essere contrario a una società multietnica. Ma l'affermazione non ha
senso perché l'Italia è già una società multietnica, come lo sono tutti gli
altri Paesi europei, per non parlare degli Stati Uniti.
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Ha senso essere contrari a una società multiculturale –
costituita da etnie separate e chiuse, ciascuna delle quali con un proprio
statuto civile diverso, se non addirittura opposto, a quello nazionale – che
segnerebbe la fine dello Stato e della sua sovranità.
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È nata, così, una nuova figura di italiano che, oltre al
proprio «particulare», ubbidisce a un riflesso condizionato di natura emotiva,
pro o contro Berlusconi. Un perfetto prodotto del marketing ideologico da parte
di un giornalismo che non si prefigge di informare, né di giudicare con onesta
coerenza, ma di creare, e addestrare, l'uomo nuovo: l'idiota di parte. Che, a
destra, non vota per «una certa idea dell'Italia», ma contro la sinistra, e a
sinistra non vota contro la destra— che, forse, voterebbe volentieri se non ci
fosse il Cavaliere e non fosse poi troppo innovativa, ma contro una persona,
senza chiedersi quale sia il Paese nel quale vorrebbe vivere, quali siano i
propri diritti, i propri interessi.
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Un residuo della cultura dirigista e burocratica (europea)
è, invece, la rivendicazione, da parte del professor Monti, come ex commissario
dell’Ue, di aver fatto pagare care le tentazioni anticoncorrenziali della
Microsoft. Caro Mario, porto a testimone la stampa anglosassone, da te stesso
citata, che ti ha definito il Saddam Hussein — bada: non l’Abramo Lincoln. (Corriere
della Sera 23 Novembre 2011)
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Poiché la crescita non dipende tanto dal governo — che se
mai, quando si sovrappone alla società, limitandone le libertà, la deprime —
quanto dalle forze sociali, la parola pareva significare che il governo si
metteva al servizio dei cittadini per accrescerne le libertà nella produzione
di ricchezza; non pretendeva si ponessero essi al suo servizio, come suggerisce
la parola «sacrifici».
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Professione Giornalista Sergio Lepri Compralo su il Giardino dei Libri |