(1564 - 1642)
Ho amato le stelle
troppo profondamente per avere paura della notte.
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Non ho mai
incontrato un uomo così ignorante dal quale non abbia potuto imparare qualcosa.
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Il buon
insegnamento è per un quarto preparazione e tre quarti teatro.
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Dietro ogni
problema c'è un'opportunità.
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Non basta
guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello
che vedono.
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Nelle mie scoperte
scientifiche ho appreso più col concorso della divina grazia che con i
telescopi.
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La matematica è
l'alfabeto con cui Dio ha scritto l'Universo.
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Misura ciò che è
misurabile, e rendi misurabile ciò che non lo è.
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Parlare
oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi.
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Che i Pitagorici
avessero in somma stima la scienza de i numeri, e che Platone stesso ammirasse
l'intelletto umano e lo stimasse partecipe di divinità solo per l'intender egli
la natura de' numeri, io benissimo lo so, né sarei lontano dal farne l'istesso
giudizio.
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Io qui direi
quello che intesi da persona ecclesiastica costituito in eminentissimo grado
cioè l'intenzione dello Spirito Santo essere di insegnarci come si vada al
cielo, e non come vada il Cielo.
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La mente umana è
finita, dunque non può trattare con l'infinito.
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Nelle prove
naturali non si deve ricercare l'esattezza geometrica.
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Io stimo più il
trovar un vero, benché di cosa leggera, che 'l disputar lungamente delle
massime questioni senza conseguir verità nessuna.
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La filosofia è
scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a
gli occhi (l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a
intender la lingua, e conoscer i caratteri, né quali è scritto.
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Non puoi insegnare
qualcosa ad un uomo. Lo puoi solo aiutare a scoprirla dentro di sé.
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Io vi dico che
quando uno non sa la verità da per sé, è impossibile che altri gliene faccia
sapere.
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Tutte le verità
sono facili da capire una volta che sono state rivelate. Il difficile è
scoprirle.
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La maggior
salvezza che sia, è conoscere se stesso.
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Quello che noi ci
immaginiamo bisogna che sia o una delle cose già vedute, o un composto di cose
o di parti delle cose altra volta vedute.
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Il Sole, con tutti
i pianeti che gli ruotano attorno e da esso dipendono, può ancora maturare un
grappolo d'uva come se non avesse nient'altro da fare nell'Universo.
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