Generale e Filosofo Cinese
(544 a.c. - 496 a.c.)
La strategia è la via del paradosso. Così, chi è abile,
si mostri maldestro; chi è utile, si mostri inutile. Chi è affabile, si mostri
scostante; chi è scostante, si mostri affabile.
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Sii veloce come il vento; lento come una pianta;
aggressivo come il fuoco; immobile come una montagna; inconoscibile come lo
yin; irruento come il tuono.
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Educa con le arti letterarie, unifica con le arti
marziali; così otterrai la vittoria.
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Una volta colte, le opportunità si moltiplicano.
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Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima
abilità.
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Questi i cinque pericoli del combattente: essere troppo
pronto a morire, troppo preoccupato di vivere, troppo portato dall’ira, troppo attaccato all’onore,
troppo emotivo.
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Chi è ricco di virtù, è simile al fanciullo. Simulare il
disordine presume una perfetta disciplina, simulare paura il coraggio, simulare
debolezza la forza.
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Non contare sul mancato arrivo del nemico, ma fai
affidamento sulla capacità di affrontarlo.
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La configurazione tattica eccellente, dal punto di vista
strategico, consiste nell’essere privi di configurazione tattica, ossia nella
condizione “senza forma”. Quando si è senza forma, neanche gli agenti segreti
più profondi sono in grado di spiarci, né gli uomini più intelligenti di tramare
progetti.
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Non contrastare il nemico che si ritira verso casa,
lascia una via d’uscita a un esercito accerchiato.
Non incalzare un nemico disperato, poiché la disperazione
può produrre una forza inaspettata.
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La capacità di assicurarsi la vittoria combattendo e
adeguandosi al nemico è chiamata genialità.
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Coloro che non sono del tutto consapevoli dei danni
derivanti dall’applicazione delle strategie non possono essere neppure
consapevoli dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione.
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Quando il nemico si trova a suo agio, può essere messo a
disagio; quando è sazio, gli si può mettere fame; quando è stabile, può essere
scosso.
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Chi in cento battaglie riporta cento vittorie, non è il
più abile in assoluto; al contrario, chi non dà nemmeno battaglia, e sottomette
le truppe dell’avversario, è il più abile in assoluto.
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Gli strateghi vittoriosi hanno già trionfato, prima
ancora di dare battaglia; i perdenti hanno già dato battaglia, prima ancora di
cercare la vittoria.
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In linea di massima, a proposito della battaglia,
l’attacco diretto mira al coinvolgimento; quello di sorpresa, alla vittoria.
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Il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere
un coniglio.
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Chi è prudente e aspetta con pazienza chi non lo è, sarà
vittorioso.
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ll combattente migliore è quello che vanifica i piani del
nemico; secondo viene quello che sa spezzarne le alleanze; dopo colui che
adotta lo scontro armato; peggiore è infine chi ricorre all’assedio.
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In ogni conflitto le manovre regolari portano allo
scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria.
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