Neurologa e Senatrice a Vita. Premio Nobel per la Medicina nel 1986
(1909 - 2012)
Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita.
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A me nella vita è riuscito tutto facile. Le difficoltà me le sono scrollate di dosso, come acqua sulle ali di un'anatra.
A me nella vita è riuscito tutto facile. Le difficoltà me le sono scrollate di dosso, come acqua sulle ali di un'anatra.
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A cento anni ho perso un po' la vista,
molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma
penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole.
Io non sono il corpo: io sono la mente.
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Ho
sempre destinato le mie modeste risorse a favore, non soltanto delle
persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di prioritaria
importanza.
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Il
messaggio che invio, e credo anche più importante di quello
scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla
propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci
circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è
stato il mio unico merito.
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Dico
ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al
futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete
niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho
attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.
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Il cervello arcaico ha salvato
l'australopiteco ma porterà l'homo sapiens all'estinzione. La scienza ha messo
in mano all'uomo potenti armi di distruzione. La fine è già alla portata.
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Purtroppo buona parte del nostro
comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie,
la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo - sono dovute alla prevalenza
della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così
abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro
pensiero, quando non è così.
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I giovani oggi hanno grandi capacità,
ma dal punto di vista culturale sono piuttosto bassi.
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La donna è stata bloccata per secoli.
Quando ha accesso alla cultura è come un'affamata. E il cibo è molto più utile
a chi è affamato rispetto a chi è già saturo.
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A vent'anni volevo andare in Africa
per curare la lebbra. Ci sono andata da vecchia, ma per curare l'analfabetismo,
che è molto più grave della lebbra.
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Non è passato un secolo dai miei
tempi, ma molti secoli. La tecnologia di oggi era impensabile
cinquanta-sessant'anni fa. Ma la tecnica da sola non basta, serve una visione
più ampia.
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In Africa ci sono migliaia di donne
intelligenti che non hanno la possibilità di usare il cervello. Tutto quello
per cui mi impegno in Africa con la Fondazione Rita Levi Montalcini è
l'istruzione.
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Nel passato la cultura era accessibile
solo a una ristretta élite e alle donne ebree, perché tra gli ebrei la cultura
era così amata che superava la differenza di sesso.
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Geneticamente uomo e donna sono
identici. Non lo sono dal punto di vista epigenetico, di formazione cioè,
perché lo sviluppo della donna è stato volontariamente bloccato.
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C'è una difficoltà nel rendersi conto
che il nostro comportamento è molto complesso, che il cervello è fatto di tante
componenti. E c'è una difficoltà nel vedere in ogni catastrofe la possibilità
di un rovesciamento. Forse io sono una innata ottimista ma penso che ci sia
sempre qualcosa che ci salva.
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I giovani di oggi si illudono di
essere pensanti. Il linguaggio e la comunicazione danno loro l'illusione di
stare ragionando. Ma il cervello arcaico, maligno, è anche molto astuto e
maschera la propria azione dietro il linguaggio, mimando quella del cervello
cognitivo. Bisognerebbe spiegarglielo.
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Pensate al futuro che vi aspetta,
pensate a quello che potete fare, e non temete niente.
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Posso dire che l'unico ideale per cui
ho lavorato è stato quello di aiutare gli altri e forse per questo la ricerca
mi ha dato molto di più di quanto potessi sperare.
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Ai giovani auguro la stessa fortuna
che mi ha condotto a disinteressarmi della mia persona, ma di avere sempre una
grande attenzione nei confronti di tutto ciò che mi circonda, a tutto quanto il
mondo della scienza, senza trascurare i valori della società.
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Il male assoluto del nostro tempo è di
non credere nei valori. Non ha importanza che siano religiosi oppure laici. I
giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere
vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la
nostra morte.
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Ho ottimi rapporti con le giovani che
lavorano con me, perché sentono che posso aggiungere qualcosa che manca alla
loro formazione: l'intuito.
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Quando muore il corpo sopravvive
quello che hai fatto, il messaggio che hai dato.
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Abbi il Coraggio di Conoscere
Rita Levi-Montalcini
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