Giornalista Italiano
(7 Gennaio 1952)
La mia coerenza è inversamente proporzionale al mio peso.
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C'è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da
parte della Guzzanti, che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere,
un altro mestriere, quello del comizio politico "de paese", "de
borgata", quello violento, duro, in cui le è scappata anche la famosa
espressione "razza ebraica", perché la ragazza è molto ignorante.
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Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per
questo tipo di bambinacce. L'elemento della truffa è quello che più mi
colpisce. Non c'è stata e non c'è fino ad ora –se ci sarà lo dirò– una censura
della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti.
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Uno fa la satira, punto e basta. Se uno attraverso la satira
– come avvenne con Daniele Luttazzi – vuole fare campagna elettorale a
favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è
censura, sono regole, regole sane.
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Amo disperatamente il fumo di sigaretta, di sigaro, di pipa
e magari anche d’altro. Lo amo fin da quando ero ragazzo. Quel che James Joyce diceva di Nora, sua femmina, io potrei dirlo della mia prima
sigaretta: “Hai fatto di me un uomo”.
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l fumo si combina divinamente con il pensiero, quando ci
sia, e con l’oblio del vagheggiamento indifferente, quando non si pensi a nulla.
Stimola, però anche narcotizza.
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