Politologo Italiano
(13 Maggio 1924)
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Con Berlusconi il
nostro resta un assetto costituzionale in ordine, la Carta della Prima Repubblica
non è stata abolita. Perché non c'è più bisogno di rifarla: la si può svuotare
dall'interno.
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In passato il dittatore rovesciava la democrazia, il
passaggio all’autocrazia era manifesto, rivoluzionario. Oggi questo processo
avviene senza alcuna rivoluzione, senza neppure bisogno di riforme. Il caso più
potente è la
Russia di Putin.
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Il pessimismo è pericoloso solo se induce alla resa; ma
altrimenti il male lo fa l'ottimismo e il tranquillismo che inducono a non far
niente.
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Il pessimismo dell’intelligenza va combattuto con
l’ottimismo della volontà.
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La vita umana è tale proprio perché intessuta di valori che
perseguiamo e disvalori che rifiutiamo, e questo "tessuto di valori"
ci viene fornito dal linguaggio.
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Nessuno in Italia vuole correre rischi. È un paese
conformista. Che si è oramai seduto sulle poltrone che occupa. Non ha grandi
visioni né del futuro né del presente. Diciamo che sostanzialmente è un paese
che tira a non perdere il posto.
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In nessuna teoria democratica si mette in dubbio il fatto
che una delle caratteristiche di una dittatura sia il monopolio dell'informazione.
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Il voto malavitoso condiziona e inquina la politica e le
elezioni di metà del Paese. Nel 2001 Berlusconi vinse
in Sicilia 61 collegi su 61. È comunque opinione che quel trionfo fu dovuto
anche ai voti controllati dalla mafia. E ora il Cavaliere ritenta il colpo
rilanciando il ponte di Messina, che sarebbe inevitabilmente una colossale
pacchia per l'onorata società. Come insegna l'autostrada Salerno-Reggio
Calabria, fatturata metro per metro dalle cosche.
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