Imprenditore, Ingegnere ed Ex Pilota Automobilistico
(Modena, 18 febbraio 1898 – Modena, 14
agosto 1988)
Il secondo è il primo dei perdenti.
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Sono i sogni a far vivere l'uomo. Il destino è in buona
parte nelle nostre mani, sempre che sappiamo chiaramente quel che vogliamo e
siamo decisi ad ottenerlo.
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La migliore Ferrari che sia mai stata costruita è la
prossima.
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Ci sono due modi classici di morire: di fame e di
indigestione.
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Non fare mai del bene se non sei preparato
all'ingratitudine.
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No amore io non ti tradisco con le altre, sono io che
tradisco le altre per stare con te.
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C'è chi valutava Gilles
Villeneuve uno svitato, ma con il suo ardimento, e con la capacità
distruttiva che aveva nel pilotare auto macinando semiassi, cambi e freni ci ha
insegnato cosa fare. È stato campione di combattività e ha regalato tanta
notorietà alla Ferrari. Io gli volevo bene.
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Amo pensare che la Ferrari può costruire piloti quanto
macchine. Alcuni dicono che Gilles
Villeneuve sia pazzo. Ma io dico: lasciate che provi.
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I vecchi sono come i mobili antichi, meno li sposti e più
durano.
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Mi ritengo peggiore degli altri, ma non so quanti siano
migliori di me.
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La fortuna e la sfortuna non esistono.
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La macchina da corsa perfetta è quella che si rompe un
attimo dopo il traguardo.
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I motori sono come le donne, bisogna saperli toccare nelle
parti più sensibili.
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Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere.
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Le vere domande che mi scombussolano non sono quelle dei
giornalisti, ma quelle che continuo a farmi io.
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Tazio Nuvolari è un fascio di nervi spiccio e caustico.
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Nessuno come Tazio Nuvolari accoppiava una così elevata sensibilità
della macchina a un coraggio quasi disumano.
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Ci asteniamo dal precisare il numero di cavalli che hanno i
nostri motori. Quando le nostre macchine vincono vuol dire che hanno più
cavalli, quando perdono vuol dire che ne hanno di meno.
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Gilles Villeneuve è stato un campione di combattività,
ha aggiunto notorietà a quella che la Ferrari già aveva, gli volevo bene.
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Con tanti riconoscimenti, mi è venuto il dubbio di essere
qualcuno.
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Giù le mani dalla Ferrari:
di me dite quello che volete.
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Ho imparato che è inutile protestare. Bisogna fare come i
cani quando hanno una ferita.
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Ho trovato uomini che indubbiamente amavano come me
l'automobile. Ma forse non ne ho trovati altri con la mia ostinazione, animati
da questa passione dominante nella vita che a me ha tolto il tempo e il gusto
per quasi ogni altra cosa. Io non ho alcun diverso interesse dalla macchina da
corsa.
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L'automobile è un'espressione di libertà, e il rischio che
stiamo correndo è quello di ammazzarci perché ce n'è troppa. Del resto, ci sono
due modi classici di morire: di fame e di indigestione.
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Metto le lenti scure perché non voglio dare agli altri la
sensazione di come sono fatto dentro.
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Mio padre mi diceva sempre: i coglioni sono cari ad ogni
prezzo. Così io cerco di stare con chi coglione non è.
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Chiedi a un bambino di disegnare una macchina,
sicuramente la farà rossa.
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Quando l'uomo ha mete da raggiungere non può invecchiare.
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Fin che ho potuto ho dato. È dal 1929 che dò qualcosa.
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Noi non perdoniamo niente a nessuno, quindi fate bene a
non perdonare niente anche alla Ferrari.
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Non accetto e non dimentico che mi hanno chiamato Saturno
ammodernato che mette al mondo i figli e poi li divora.
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Preferisco essere chiamato semplicemente Ferrari ed è
quello che ho ottenuto entrando ogni mattina dal mio barbiere.
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Sono l'espressione vivente della fantasia dei
giornalisti.
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Il Secondo è il Primo dei Perdenti
Enzo Ferrari in parole sue
Pino Allievi
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