Giornalista, Saggista e Commediografo Italiano
(1909 - 2001)
La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.
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Il sapere e la ragione parlano, l'ignoranza e il torto urlano.
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Esiste una borghesia codarda che pretende di appaltare alle Forze
dell'Ordine il compito di farsi sputacchiare, pestare e ammazzare per
tenere a riparo se stessa. E non vuole, la borghesia, nemmeno pagargli
uno stipendio decente.
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Il Centro-Sinistra non dovrà fare niente per dimostrare che il governo Berlusconi è una frana. Ci penserà lui.
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Tutti più o meno si amano. Silvio Berlusconi di più. Non solo si ama. Lui si corrisponde, anche.
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Silvio Berlusconi ha un rapporto tutto suo con la verità. È un mentitore
professionale: mente a tutti, anche a sé stesso, al punto da credere
alle sue stesse menzogne.
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Berlusconi è il macigno che blocca la politica italiana.
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Che Craxi sia uomo di grandi capacità e ambizioni, lo si sapeva. Che sia
anche uomo di grande coraggio, lo si è visto ieri, quando pronunciava
alla Camera il suo discorso di replica. Per due volte si è interrotto
alla ricerca di un bicchier d'acqua. Per due volte Andreotti glielo ha
riempito o porto. E per due volte lui lo ha bevuto.
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Tenevo una vecchia icona di Stalin perché è il comunista che ammiro di più: quello che ha fatto fuori più comunisti.
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Viviamo in un secolo di urlatori, in cui anche la crociata contro l'urlo non si può fare che urlando.
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Lei ha semplicemente scoperto una delle eterne regole italiane: nel
settore pubblico tutto è difficile; la buona volontà è sgradita; la
correttezza sospetta.
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La vita è come il pane: col trascorrere del tempo diventa più dura, ma quanto meno ne resta tanto più la si apprezza.
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Berlusconi è allergico alla verità. Ha una voluttaria e voluttuosa
propensione alla menzogna "chiagne e fotte" dicono a napoli dei tipi
come lui.
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Berlusconi a pranzo ha completamente dimenticato ciò che su una data
persona o situazione ha detto a colazione, e a cena non ricorda più di
averne parlato.
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Gli uomini non sanno apprezzare e misurare che la fortuna degli altri. La propria, mai.
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Non è necessario essere socialisti per amare Sandro Pertini. Qualunque cosa
egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità.
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Quando il direttore di un quotidiano va in ferie, corre il rischio che
le vendite del giornale, in sua assenza, diminuiscano. Ma ne corre uno
maggiore: che aumentino.
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Gli uomini sono buoni coi morti quasi quanto son cattivi coi vivi.
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I cinici sono tutti moralisti, e spietati per giunta.
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Io non voglio soffrire, io non ho della sofferenza un'idea cristiana. Ci
dicono che la sofferenza eleva lo spirito; no la sofferenza è una cosa
che fa male e basta, non eleva niente.
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I nostri uomini politici non fanno che chiederci a ogni scadenza di
legislatura "un atto di fiducia". Ma qui la fiducia non basta: ci vuole
l'atto di fede.
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Il bordello è l'unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto.
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Più che comandare io preferisco disobbedire.
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Solo i fanatici e le mummie non ondeggiano mai.
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L'unico consiglio che mi sento di dare – e che regolarmente do – ai
giovani è questo: combattete per quello in cui credete. Perderete, come
le ho perse io, tutte le battaglie. Ma solo una potrete vincerne. Quella
che s'ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio.
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Come la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai militari, anche la pace lo è per lasciarla fare ai pacifisti.
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